Avere un buon rapporto col “materasso” incide sulla nostra qualità di vita. Come accade per la scelta di un amico, anche per questo prezioso oggetto, compagno di mille notti, dobbiamo prendere quello che si sposa con noi. L’offerta attuale è molto variegata. Cerchiamo di spiegare le caratteristiche del materasso nelle sue varie tipologie e composizioni.
Il sonno è una necessità fondamentale dell’essere umano, da che questi fece la sua comparsa milioni di anni fa. Certo, i nostri antenati preistorici avevano esigenze diverse da noi e dormivano probabilmente in giacigli di fortuna ricavati da erba ed altri materiali secchi o pellami; ma anche loro per qualche ora si consegnavano a Morfeo. Oggi, per fortuna, abbiamo la possibilità di dormire tranquilli perché non dobbiamo più fronteggiare le belve feroci della savana. Eppure la notte, per molti, seguita ad essere un incubo, dovuto, però, non alle selve, ma ad un cattivo materasso.
Come scegliere il “materasso”?
l panorama attuale è variegato e operare una selezione giusta non è semplice. In linea di principio possiamo partire con lo sconsigliare dei giacigli troppo duri, o troppo molli: non seguendo le linee e le forme del corpo l’unico risultato che ci daranno sarà quello di un risveglio dolente. Meglio orientarsi su opzioni come il memory foam, lo schiumato ad acqua ed il lattice.
Il memory foam è stato la novità degli anni ‘90. Composto di schiuma viscoelastica, un materiale studiato dalla Nasa negli anni ’70 per limitare i punti di pressione subiti dagli astronauti al momento del decollo, oggi è quello che meglio risponde ai criteri di alta qualità e sicurezza, date le sue caratteristiche intrinseche. Attenzione, però, a prendere quello che abbia la corretta quantità di schiuma viscoelastica, tuttavia. Questa, infatti, è l’anima del “materasso” ed è fatta di una sostanza termo-reattiva, che reagisce col calore del corpo umano. Duro al primo contatto, l’ammorbidimento avviane progressivamente sotto il nostro peso. Grazie alla temperatura, le cellule della schiuma modellano il corpo e i muscoli si rilassano, permettendo anche una giusta ripartizione delle zone di pressione. Altra particolarità: ritorna alla sua posizione iniziale non appena si effettua un altro movimento, riadattandosi alla nuova posizione scelta e ricominciando a modellarci. Queste caratteristiche ergonomiche permetteranno di goderne i benefici durante tutto l’arco del sonno. Infatti, i normali punti di pressione, quali testa, bacino, spalle e schiena, saranno perfettamente sostenuti, senza compressione; la colonna vertebrale conserverà la sua posizione naturale e i muscoli si distenderanno completamente. Se poi si dorme in due, non trascurabile è l’indipendenza nel riposo: i movimenti del compagno verranno perfettamente assorbiti dal memory, sicché l’altro non sarà svegliato dalla ripercussione degli spostamenti del vicino… Già questo è un motivo vincente, non vi sembra?
Come sceglie quindi un “materasso” memory?
I criteri da seguire sono essenzialmente due, la densità e lo spessore. Il primo riguarda la consistenza della schiuma viscoelastica, che non può essere inferiore ai 55 kg/m3. Il comfort e la durata del materasso sono proporzionali a questa. La misura ideale sarebbe di 80 kg/m3 per una persona che pesa tra i 50 e i 100 chili. Poi c’è lo spessore. Chiaramente non stiamo parlando di quello del materasso, ma di quello dello strato viscoelastico, che deve essere di almeno 7cm. I più moderni, inoltre, hanno un sistema d’aerazione che rende il memory assolutamente antiacaro e ignifugo. Queste le caratteristiche essenziali che ne fanno una scelta, potremmo dire, quasi per sempre, durando anche 20 anni.Ma se volete il mio consiglio allora non aspettate 20 anni per regalarvi un nuovo “materasso“. Vogliatevi bene e cambiatelo spesso, ve lo meritate!